Bovisio, con LaFucina “A scuola di cooperazione”

A me di questo percorso è piaciuto essere ascoltata e parlare e anche sentirmi voluta bene e non invisibile” – Noemi

Con questo progetto mi sono sentita più libera ma soprattutto bene con gli altri. Prima non ero felice del mio gruppo classe, ma ora farei qualsiasi cosa per rimanere qui. Questa esperienza è stata bellissima e grazie a questo ora so che posso integrarmi benissimo da qualsiasi parte” – Sofia

Grazie a questo percorso sto imparando a darmi più valore e a credere in me stessa e nelle mie potenzialità. Mi sono resa conto che prima sapevo elencare e mi concentravo solo sulle cose che non sono in grado di fare, dimenticandomi e non dando valore e importanza a ciò che so fare e che invece dovrebbe essere il mio punto di forza. Da quando ho inziato il percorso mi sento molto più sicura di me” – Giada

Ho imparato che le stelle brillano ed è abbastanza così per fare un capolavoro. Che l’importante è l’emozione trasmessa, perché finché si sta nel piacere sai che sei nel posto giusto. E che ogni cosa insegna, e grazie all’ascolto e alla gratitudine si può capire che cosa. Questo percorso mi ha aiutato a essere molto più felice e a capire qual è il mio posto nel mondo, che sono le due cose più difficili e importanti. E non ho più paura del futuro! Quindi grazie!” – Giulia

 

Il progetto “A scuola di cooperazione” è nato dalle esigenze emerse durante gli Sportelli ascolto attivati dalla Cooperativa LaFucina presso l’istituto Manzoni di Bovisio Masciago: in apertura alcune testimonianze raccolte al termine del progetto, per evidenziarne la ricaduta positiva.

L’iniziativa ha previsto l’attivazione di sportelli di coaching umanistico e psicologici per promuovere e sostenere il benessere all’interno della scuola attraverso una serie di azioni coordinate che hanno coinvolto gli attori che la vivono quotidianamente: studenti, genitori e docenti.

Le azioni realizzate grazie al contributo del Comune di Bovisio Masciago e dell’istituto Manzoni, già cofinanziate dalla cooperativa attraverso la partnership con la Scuola di Coaching Umanistico, sono state implementate grazie al progetto “A scuola di cooperazione“, finanziato della Fondazione MB e selezionato attraverso il bando 2019.2La generazione del futuro. Liberare energie positive“. Le azioni così strutturate hanno permesso di raggiungere degli obiettivi più ampi in linea con i bisogni raccolti da ragazzi, docenti e famiglie: favorire la costruzione di un clima di classe basato sul rispetto delle specificità e dei talenti di ciascuno, sulla solidarietà e sul protagonismo sano dei ragazzi.

La cooperazione come pratica pedagogica rappresenta un efficace strumento per lavorare tanto sul benessere individuale quanto sull’interesse della collettività: stimola nei ragazzi una mentalità flessibile, l’impegno, la creatività, lo sviluppo di atteggiamenti costruttivi e cooperativi, alimentando così la motivazione di perseguire i propri sogni e i propri progetti.

Mai come in questo periodo caratterizzato dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria, il lavoro sulla motivazione e sulla creatività per reinventarsi è fondamentale soprattutto per i ragazzi che sono stati i più colpiti duramente dall’isolamento sociale. Proprio a causa dell’emergenza Covid19, alcune delle azioni previste in sede di progettazione sono state modificate allo scopo di essere maggiormente declinate sui differenti bisogni intervenuti“, spiegano da LaFucina.

Dalle azioni di comunicazione (una campagna destinata alla raccolta fondi e diffusa in contesta mirati e potenzialmente sensibili al progetto, la sua presentazione all’interno dei consigli di classe, l’invio di un comunicato stampa in accordo con l’amministrazione comunale, la promozione delle azioni attraverso i canali funzionali della scuola e il video a conclusione del progetto) al “Progetto accoglienza” rivolto alle classi prime della scuola secondaria inferiore si sono aggiunti altri incontri rivolti alle classi seconde, fascia d’età segnalata dai docenti come particolarmente delicata per l’insorgenza di comportamenti devianti e dinamiche relazionali disfunzionali. Nelle prime è stato realizzato un lavoro di accompagnamento alla messa a sistema delle informazioni raccolte nei percorsi di accoglienza già in essere.

In linea generale il percorso si è focalizzato sull’allenamento delle competenze relazionali e sul team building: gli incontri sono stati condotti in modalità esperienziale, in modo che la messa in gioco corporea ed emotiva si affiancasse alla riflessione personale e condivisa sulle esperienze attraversate. Le attività sono state declinate sul bisogno della singola classe, ma è stato possibile individuare
diverse tematiche comuni proposte dai formatori o emerse dai gruppi: l’ascolto, l’ascolto dell’altro, l’ascolto del contesto, l’essere gruppo o essere squadra, la comunicazione, la gestione e l’espressione delle emozioni e lo sviluppo dell’identità personale.

Il grande valore di questi percorsi è stato rappresentato, oltre che dall’occasione fornita ai ragazzi di lavorare sul proprio gruppo e sull’instaurarvi dinamiche cooperative, anche dalla possibilità rappresentata dall’intercettare il bisogno dei singoli, che hanno colto l’opportunità di accedere allo sportello di ascolto solo dopo avere conosciuto da vicino gli operatori come conduttori dei gruppi. Il percorso individuale si è focalizzato così sull’affondo di alcuni concetti già affrontati in gruppo e gli operatori hanno potuto avvalersi di una conoscenza pregressa dei ragazzi nel loro contesto“, precisano da LaFucina.

Nel corso dell’anno scolastico 2020/21 si era previsto di realizzare un percorso di supervisione al “Progetto accoglienza” rivolto alle classi prime condotto dai docenti. Allo stesso tempo è stato ritenuto opportuno proseguire l’azione di educazione cooperativa destinata ai ragazzi con i gruppi classe individuati dai docenti come i più bisognosi, che avevano perso, tra la Dad e i mesi estivi, un senso di identità e avevano tante complessità da affrontare emerse nei mesi di pandemia e non rielaborate (il senso di solitudine, la convivenza forzata con i genitori e i conflitti che ne sono derivati, l’impossibilità di prendersi cura di sé attraverso lo sport e le attività extrascolastiche, la paura della malattia e della morte, ecc).

Al percorso formativo rivolto agli insegnanti si sono affiancate azioni rivolte alla genitorialità. La pandemia ha reso impossibile la realizzazione degli eventi comunitari previsti. A conclusione del progetto (dicembre 2020) sono state realizzate azioni di monitoraggio e di valutazione.

Ma non è finita qui. Perché nell’ottica di dare respiro alle azioni avviate nel progetto “A scuola di cooperazione”, nel mese di marzo 2021 LaFucina ha partecipato al bando “Educare in comune” promosso dal ministero per le Politiche della Famiglia con il progetto “Terzo tempo”, in collaborazione con il Comune di Bovisio Masciago e una rete di enti del privato sociale (cooperativa La grande Casa, cooperativa Diapason, cooperativa Tre Effe, Centro UP ASC, Il baule verde APS, Associazione Valeria APS, Ulis Impresa sociale). L’obiettivo che la rete intende perseguire è quello del raggiungimento di modelli di benessere familiare basati sulla cura, sulla socializzazione e sul sostegno di prossimità rivolto ai minori, attraverso interventi alle famiglie che possano prevenire situazioni di disagio. Particolare attenzione è rivolta inoltre all’attivazione di processi di inclusione per le persone diversamente abili.

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