Vuoto Sette. Il racconto di Guido

“La mostra Vuoto Sette è stata la mia prima attività di monitoraggio. Dopo aver selezionato progetti e progetti nelle due edizioni della Youth Bank cui ho preso parte, ero proprio curioso di vedere come essi venissero realizzati in concreto”

In questa pagina riportiamo il racconto di Guido Confalonieri, uno dei ragazzi della Youth Bank della Fondazione, sull’inaugurazione della Mostra Vuoto Sette con cui ha debuttato il progetto “Violenza & Libertà” dell’Associazione Culturale Liberi Svincoli, selezionato con il bando 2014.1 Youth Bank.

“L’importanza e l’attualità del tema affrontato – la violenza – unitamente al buon ricordo che mi ero fatto del progetto in sede di valutazione, son stati ulteriori incentivi per partecipare all’evento di inaugurazione.

Dunque, Galleria Civica di Monza ore 20.30. Entro, scendo le scale e mi ritrovo in una vasta sala in penombra, per lo più vuota, con alcuni curiosi oggetti sparsi in giro. Ero stato avvertito della, per così dire, bizzarria, delle videoistallazioni, ma la sorpresa è comunque notevole. Complice il silenzio (sono ancora poche le persone che si aggirano per la sala) i suoni e i rumori sinistri provenienti dalle opere creano un’atmosfera leggermente cupa. Ma il timore è presto vinto dalla curiosità e inizio ad aggirarmi tra le videoistallazioni.

Un servizio da te, una lanterna, una porta da cui sbirciare, un manichino; ogni oggetto racconta un diverso genere di violenza, da quella sulle persone a quella sugli animali, da quella fisica a quella psicologica. Alcuni video sono davvero forti, come quello di Tabù, che mostra una ragazza che si taglia le vene, o di Medea, che attraverso le parole dell’eroina greca presenta il dramma dell’infanticidio. La scossa è grande. La crudezza delle immagini di primo acchito mi disorienta: troppe versioni di male, troppe forme di sofferenza. Ma contemporaneamente si sviluppa una profonda riflessione su quanto la violenza che il mio animo sta ripugnando, sia in realtà vicina, reale, quotidiana. E forse questa consapevolezza è ancora più dolorosa di quella stessa violenza.

Nel frattempo affluisce la gente, la sala si riempie e d’improvviso le opere prendono nuova voce. Sono le parole degli attori Deborah Morese e Davide Garbolino a esplicitare il messaggio contenuto in esse, raccontando dati, fatti o episodi di cronaca significativi. La musica di Diego Capelli e Francesco Pederzani accompagna la recitazione, creando stacco tra un’opera e l’altra e aggiungendo un tocco di pathos. Un’incredibile apnea emotiva per mezz’ora.

Conclusa la performance, un senso di stanchezza. Sarà l’ora tarda di un’intensa giornata universitaria, ma comprendo che il flusso intenso di emozioni e riflessioni ha avuto la sua parte. La mostra è riuscita a coinvolgermi a un grado ben superiore di quanto m’aspettassi. Guardandomi intorno, intuisco dalle facce degli altri spettatori di non essere il solo. La mostra ha raggiunto il suo obiettivo, ha portato all’attenzione della comunità un tema così delicato – e così ripudiato dalle nostre coscienze – con un’efficacia straordinaria.

Resta solo da fare un lungo applauso a tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto (e io nel mio piccolo di finanziatore YB mi sento abbastanza orgoglioso!). Complimenti davvero.”

V&L Violenza e libertà è un progetto in 3 fasi sul tema: la mostra Vuoto Sette, il corso Diventare Videomaker rivolto a persone detenute, attualmente in svolgimento presso la Casa Circondariale Sanquirico di Monza e l’evento L’Arte porta fuori che vedrà la videoinstallazione collettiva realizzata dai detenuti partecipanti al corso esposta presso l’Urban Center il 7 marzo 2015.

10 novembre 2014

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