Frammenti di Bellezza per un teatro di comunità: il progetto di Follarthemya

Frammenti di Bellezza” è un’azione artistica di condivisione e comunicazione attraverso l’arte. Nasce, prende forma e trova espressione grazie alla bellezza di tutti noi: si origina dal valore aggiunto e dall’unicità che ognuno riesce a regalare all’insieme di un gruppo.

Il progetto ha preso il via nel 2018: un lavoro strutturato con la compagnia teatrale Folle Idea, che ha messo in scena lo spettacolo nel marzo 2019. Parola a Follarthemya, promotrice dell’iniziativa, che ripercorre le diverse tappe del progetto patrocinato dalla Fondazione.

“In quest’ultimo anno ha preso corpo il nostro metodo di lavoro, chiamato “In-te-(gr)-arti”, delineato e
presentato nel giugno 2019: mission dell’associazione e di tutte le sue attività la partecipazione artistica. Ognuno è portatore di un’originalità artistica e può trasmettere un messaggio all’altro che diventa pubblico con estrema generosità: l’attore compie un percorso su di sé per donare agli altri”, hanno spiegato.

La preparazione si concentra sul gruppo. Il teatro e l’arte sono mezzi per la conoscenza di sé, per la condivisione e la creazione di un gruppo di lavoro e di crescita personale. Ecco allora che l’arte diventa veicolo di integrazione, inclusione, condivisione e partecipazione: al di là di ogni barriera sociale.

Nel gruppo ci sono “persone con differenti diversità”, con disabilità e fragilità. Ma questo non risalta e non deve risaltare: Follarthemya non è un servizio, perché suoi focus sono il gruppo e l’arte. E ognuno, grazie all’arte, può essere veramente sé stesso, farsi conoscere e condividere la propria visione.

Il metodo ha previsto la creazione di commissioni specifiche, tra cui scenografi, drammaturghi, tecnici e attori: un gruppo di quaranta persone che ha portato in tour lo spettacolo. Una volta creato il metodo, l’associazione ha lavorato sul progetto da proporre alla Fondazione: “Frammenti di bellezza”.

Diverse le azioni realizzate. Le iniziative hanno preso il via con l’organizzazione di un laboratorio di drammaterapia e di counseling “finalizzato a indagare, interiorizzare, vivere e condividere il senso individuale dei frammenti di bellezza”, a cui hanno partecipato 25 persone. C’è stata poi la replica dello spettacolo a Lesmo: una possibilità per la compagnia di portare il suo messaggio oltre i confini di Vedano al Lambro, comune in cui ha sede e opera. Lo spettacolo è stato preceduto da una presentazione alle scuole medie di Lesmo con dei brevi laboratori che hanno coinvolto tre classi di seconda e di terza. Lo spettacolo è stato poi presentato alle famiglie e ai ragazzi mediante una piccola performance di playback theatre durante la quale gli attori hanno messo in scena le definizioni di “Frammenti di bellezza” delineate dai ragazzi durante i laboratori. Alla rappresentazione hanno assistito oltre 250 persone e tutti i ragazzi sono saliti sul palco.

Ma c’è dell’altro ancora. Nei primi mesi dell’anno, per condividere il messaggio dei “Frammenti di Bellezza” è stata lanciata un’azione artistica sui social, in modo che anche in maniera indiretta ognuno potesse partecipare e donare agli altri il proprio frammento di bellezza attraverso la condivisione di una frase o di un’immagine. I contributi sono stati raccolti e portati come spunto alla performance di playback integrato – che prevede che gli attori mettano in scena improvvisando le storie, le emozioni e sensazioni raccontate dal pubblico al narratore a seconda dell’argomento e della scena stimolo interpretata dagli attori.

Il progetto ha permesso l’acquisto di nuovi strumenti musicali per il playback e di nuove luci, oltre al materiale divulgativo per la serata del 14 dicembre. Questo ha permesso di “esportare” lo spettacolo Frammenti di Bellezza in ogni luogo, dove con un impianto nostro possiamo abbattere i costi di affitto di teatri e service onerosi per associazioni volenterose che non si possono però permettere costi elevati per una serata teatrale.

Questo permette una maggiore possibilità di diffusione di una cultura artistica partecipata, alla quale tutti possono accedere, dove il giudizio di “bravura artistica” non passi per modelli stereotipati di
bellezza, conoscenza o fama. Perché tutti possono accedere all’arte.

 

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