Dai luoghi agli spazi: le opere in mostra / Neil Armstrong

Una selezione delle opere in mostra all'Orangerie della Reggia di Monza
Sezione numero uno, "Dai luoghi agli spazi"

Neil Armstrong
NASA – Apollo 11 Moonwalk, 1969
stampa fotografica cibachrome Kodak, timbro in alto a sinistra: “NASA AS11-40 – 5903”, Monza, Fondazione Luigi Rovati

 

Questa importantissima immagine documentaria (un vintage), vera e propria “icona” dell’umanità del Ventesimo secolo, raffigura l’astronauta Erwin (Buzz) Aldrin mentre cammina sul suolo lunare il 21 luglio 1969 nel corso della missione Apollo 11 (16-24 luglio 1969); la missione spaziale americana che per la prima volta portò l’uomo sulla luna, consentendo poi ai tre partecipanti (due raggiunsero effettivamente la luna mentre il terzo, Michael Collins, rimase in orbita sul modulo di comando che avrebbe assicurato il rientro sulla terra) di ritornare indietro sani e salvi; uno dei più grandi successi aerospaziali di tutti i tempi.

Questa fotografia venne scattata dal compagno di Buzz Aldrin, il comandante Neil Armstrong, il primo uomo a mettere piede sulla luna. “That’s one small step for a man, but a giant leap for mankind” (“un piccolo passo per un uomo ma un avanzamento gigantesco per l’umanità”), come affermò lui stesso mentre si trovava sul satellite. Fra tutte le inquadrature e i filmati ottenuti in quelle fatidiche due ore e mezza di missione extraveicolare, questa è certamente una delle più importanti, riprodotta in miliardi di copie in tutti i media del mondo da quel momento in avanti.

Infatti, oltre a una significativa porzione di paesaggio, all’orizzonte lunare e alla figura frontale di Aldrin, la foto mostra diverse impronte dei due astronauti, le prime mai impresse da un essere umano fuori dal pianeta Terra, alcuni strumenti e, riflessi nella visiera convessa del casco, l’ombra di Aldrin, una parte del modulo lunare e la figura dello stesso Armstrong mentre scatta la fotografia. L’immagine, sviluppata e stampata nei laboratori NASA poco dopo il ritorno dei due astronauti, è fra i rari vintage di quella missione che abbia circolato sul mercato libero; la grande maggioranza delle stampe fotografiche di questo tipo viene infatti distrutta dalla NASA stessa dopo l’archiviazione di un solo originale cartaceo e la riproduzione digitale.

Indubbiamente non si tratta di un oggetto concepito e prodotto come opera d’arte, ma il suo valore storico e le circostanze assolutamente straordinarie della sua realizzazione lo rendono una delle fotografie più potenti e iconiche di tutti i tempi.

Testo tratto dalla scheda dell'opera a cura di Martina Corgani, contenuta nel catalogo della mostra a pagina 68.

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