La scelta – Storie di donne contro la mafia

La scelta. Storie di donne contro la mafia

Anche tu puoi contribuire: aiutaci a diffondere la cultura della legalità

La scelta racconta una storia del nostro presente, insegna ai giovani l’importanza della partecipazione
e afferma il loro ruolo determinante delle donne nella lotta alle mafie.

La storia che vogliamo raccontare

Nel nostro Paese, sino ad oggi, si calcola che le mafie abbiano ucciso più di centocinquanta donne: eliminate o fatte scomparire nel nulla per la sola colpa di essersi ribellate all’ordine patriarcale delle cosche.

Vicende, queste, troppo spesso impunite o peggio ancora dimenticate. E quando il loro ricordo viene a mancare, dove il sacrificio di queste persone finisce nell’oblio, la criminalità continua ad operare indisturbata.

La storia di Lea Garofalo, assassinata dal suo compagno perché si era ribellata alla logica e alla cultura ’ndranghetista, segna però un momento di rottura e diviene un importante simbolo di cambiamento: la sua scelta e il suo coraggio sono oggi un esempio per molti; il suo sacrificio ha permesso a tanti giovani di prendere coscienza con un problema non più circoscritto, ma esteso ormai ovunque; la sua determinazione a non farsi piegare, infine, è diventata un modello per molte donne, soprattutto per coloro che hanno compreso che esiste un’alternativa ad un destino apparentemente inevitabile.

Nel raccontare questa storia vogliamo anche noi rendere omaggio a Lea Garofalo, ricostruendo però la sua vicenda non dai fatti di cronaca, ma dalle testimonianze di chi ha proseguito la sua battaglia, di chi negli anni del processo ha sentito il bisogno di non restare indifferente, di coloro che hanno compreso l’importanza del suo gesto e hanno voluto farsi carico della sua eredità.

Il nostro sarà un racconto corale, fatto di volti e di voci, di ricordi e di impegno civile.

Il progetto

La scelta è un documentario indirizzato ad un pubblico eterogeneo, interessato ai temi sociali e ai problemi del nostro Paese. Ma è soprattutto un lavoro che si rivolge ai più giovani, perché racconta una vicenda che vede protagonisti loro coetanei e che dimostra come l’impegno, la coesione e la determinazione di ragazze e ragazzi, possono essere determinanti per cambiare l’esito di storie che sembrano già state scritte.

È un racconto pensato per far riflettere e per offrire modelli positivi a cui ispirarsi. Ed è anche un progetto a sostegno di tutte le donne che si stanno ribellando all’omertà del potere patriarcale maschile nelle famiglie mafiose. A loro vogliamo rivolgere il nostro racconto.

La vicenda di Lea Garofalo è riuscita a trasformarsi, da un fatto di ordinaria criminalità, in una storia capace di risvegliare coscienze e divenire un simbolo nella lotta alle mafie. Ma tutto ciò non sarebbe stato possibile se la sua lotta non fosse stata portata avanti, con più forza e determinazione, dalla giovane figlia Denise; e se accanto a lei non si fossero schierati tanti giovani, promotori di un presidio dell’associazione Libera, desiderosi di non volerla lasciare sola.

La scelta racconta e ripercorre questo straordinario esempio di solidarietà e di sorellanza. Una storia che pone al centro del suo racconto un movimento nato spontaneamente ma destinato a crescere, acquisendo sempre più consapevolezza.

Ad arricchire il racconto saranno inoltre le testimonianze di quelle donne e di quegli uomini che negli anni, a vario titolo, si sono impegnati in questa battaglia contro le mafie e che sono diventati portatori di questi valori civili.

L’importanza di questo racconto

La drammatica storia di Lea Garofalo ha acquistato nel tempo sempre più importanza, divenendo un simbolo nel contrasto alle mafie, ma anche un esempio di come il ruolo delle donne possa essere determinante per spezzare una catena di omertà e di sottomissione che sembra intoccabile. Ma è soprattutto spostando l’attenzione dello spettatore verso il ruolo dei giovani, che con la loro partecipazione e il loro impegno hanno fatto la differenza, che questo lavoro sarà in grado di raccontare una storia da un punto di vista inedito.

La figlia Denise, con la sua testimonianza, ha compiuto un gesto di lotta ancora più forte di quello di sua madre, ma le sorti del processo sarebbero forse finite in altro modo se non ci fossero state la vicinanza e la partecipazione di tanti giovani che hanno scelto di non voltarsi dall’altra parte, e di quelli, che ancora oggi, ne seguono le orme.

Questo progetto vuole raccontare l’importanza della coesione e vuole far rivivere la forza che ha avuto un movimento partito dal basso, grazie ai giovani e alla loro lotta fatta di piccoli ma determinanti gesti. Perché le mafie, se non contrastate, accrescono il loro potere, si espandono nei territori e si radicano nei tessuti sociali proprio quando riescono ad imporre la legge della paura, del silenzio e dell’indifferenza.

La scelta
racconta una storia del nostro presente, insegna ai giovani l’importanza della partecipazione e afferma alle donne il loro ruolo determinante nella lotta alle mafie.

La raccolta fondi

Quello che vogliamo andare a realizzare è un progetto di grandi ambizioni, ma che parte dal basso e senza sostanziali finanziamenti. Lavoreremo con una libertà creativa altrimenti difficilmente realizzabile e con la necessità di “catturare”, con la giusta attenzione, le testimonianze di una serie di persone coinvolte nella lotta alle mafie e il loro impegno a diffondere la cultura della legalità.

Saremo una piccola troupe, composta da persone fortemente motivate nelle finalità del progetto e che metteranno in condivisione i loro saperi e le loro abilità professionali. L’obiettivo è quello di completare il documentario entro aprile 2024, in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita di Lea Garofalo.

Ci prefiggiamo di riuscire a raccogliere una base di 20.000 € per poter coprire le spese produttive così suddivise:
– compensi troupe
– copertura spese trasferte (viaggi, vitto, alloggio)
– noleggio e acquisto attrezzature tecniche
– musiche originali
– animazioni
– montaggio e mix audio
– registrazione voice over

Il contributo che chiunque potrà decidere di donare a questo progetto, tramite il supporto della Fondazione della Comunità Monza e Brianza onlus, sarà determinante per la sua riuscita. Altrettanto importante sarà la possibilità di aiutarci a diffondere, tramite i social e i vostri contatti, il progetto e il suo sostegno.

Valerio D’Ippolito è il referente di Libera Monza e Brianza. Calabrese di origine, con un passato nella Croce Rossa e nella CGIL, è impegnato da molti anni, in particolare con le giovani generazioni, nella lotta alla mafia e a combattere il pericolo dell’indifferenza.

Jurij Razza è un regista impegnato in progetti sociali sui temi della memoria e dell’inclusione. Ha realizzato lavori sulle comunità rom, sul tema attuale dei migranti e sta portando avanti una ricerca su un gruppo di donne deportate nel ’44 nel lager di Ravensbrück. www.vostokpictures.eu

Illustrazioni di Pietro Puccio

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