“Lasciateci giocare in… pace”: a Monza un pomeriggio per tutti

Si svolgerà nel pomeriggio di mercoledì primo giugno, dalle 16.30 alle 19, un momento di incontro dedicato al divertimento dei più piccoli (ma non solo): “Lasciateci giocare in… pace“, nei giardini di via Piero della Francesca, a Monza, è una delle iniziative promosse nell’ambito di “Tutti per uno, uno per tutti“, progetto di rete realizzato dalla cooperative Monza 2000 (capofila) e Diapason, da Diritti Insieme e dall’associazione San Vincenzo De’ Paoli in qualità di partner in collaborazione poi con l’istituto comprensivo di via Foscolo e i servizi sociali del comune di Monza.

Finanziato grazie al Fondo Contrasto Nuove Povertà, il progetto – corale e della durata di due anni – si rivolge alle famiglie del quartiere Regina Pacis e San Donato di Monza che stanno attraversando periodi di criticità e che necessitano di un supporto dal punto di vista alimentare, economico, digitale e, soprattutto, educativo. L’obiettivo è quello di mettere in atto azioni concrete attraverso la costruzione di alleanze locali, per far fronte al fenomeno delle nuove povertà e innescare un cambiamento nel territorio, con un approccio sinergico e coeso.

“Crediamo – spiegano i promotori dell’iniziativa – nell’idea di un approccio al bisogno di un territorio che parta innanzitutto dalle risorse che il territorio stesso ha a disposizione e che metta insieme competenze complementari tra loro perché di fronte a una domanda complessa occorre dare una risposta altrettanto organica, che coinvolga soggetti diversi, senza dimenticare il coinvolgimento delle persone alle quali ci si rivolge. Ci siamo messi in stretta relazione con la scuola, con l’amministrazione e con le altre importanti agenzie educative del quartiere con le quali desideriamo camminare insieme per questi due anni e senza le quali il progetto mancherebbe di prospettiva: la Comunità pastorale SS. Quattro Evangelisti, Asd Gso, Asd Juvenilia Fiammamonza e cooperativa sociale Carrobiolo2000″.

“La prospettiva è quella di favorire un processo che vada verso la costruzione di un’azione sociale ed educativa sempre più collegata e quindi efficace, che aiuti la costruzione di una comunità educante sempre più consapevole e generativa, capace cioè non solo di sostenere insieme la fragilità ma anche di trasformarla a sua volta in risorsa per tutti – proseguono – È stata proprio la pandemia a farci riscoprire come sia solo dall’esercizio dei legami sociali e della responsabilità che ciascuno di noi ha nei confronti dell’altro, che può nascere un cambiamento in meglio per tutti, un maggior bene comune: l’alternativa rimane un individualismo egoistico incapace di generare davvero bene per sé, tantomeno per l’altro, diventando in ultima analisi causa di minor bene per tutti”.

È possibile sostenere “Tutti per uno, uno per tutti” con una donazione a questo link

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